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Consumi e società

Bullismo e cyberbullismo: le nuove insidie post-Covid

Redazione

Abbiamo intervistato la Dott.ssa Maura Manca, in occasione della giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo.

Dottoressa iniziamo a parlare della definizione di bullismo e cyberbullismo e del perché è un fenomeno molto pericoloso?

Partire dalla base è fondamentale per comprendere il problema, perché noi ci fermiamo spesso e quei comportamenti che sono manifesti senza scavare poi a fondo. Per quanto concerne il bullismo parliamo fondamentalmente di quei comportamenti che sono fatti intenzionalmente da chi prende di mira uno o più persone, le deride, le aggredisce fisicamente e verbalmente attraverso dei comportamenti anche individuali quali: l’isolamento e l’esclusione sia fisica che virtuale. Quello che cambia quando si parla di cyberbullismo è la ripetitività e l’amplificazione del problema attraverso il web. Poiché ciò che vi viene scritto rimane e si ripete all’infinito.

Pensa che in questo periodo, fra DaD, quarantene e lockdown, si sia accentuato questo fenomeno?

Sicuramente è cambiata perché sono cambiati anche i comportamenti dei ragazzi che da due anni a questa parte si sono adattati tramite anche la DAD a navigare più spesso nel web. Per cui quelle dinamiche di bullismo che noi vedevamo all’interno delle classi si sono spostate nel digitale, quindi in realtà il bullismo ha solo cambiato forma e, come abbiamo detto in precedenza, i numeri in questo campo si sono addirittura moltiplicati.

Quali sono i segnali d’allarme, che ci indica se un bambino/a è vittima di bullismo o cyber bullismo?

I segnali principali sono quelli legati ad un cambiamento del comportamento e dell’emotività; già nelle scuole della prima infanzia e nelle scuole elementari ci sono casi di bullismo, ovviamente è un fenomeno prevalentemente scolastico poiché i ragazzi trascorrono metà della loro giornata a scuola ed è proprio lì che si avvicendano fatti e comportamenti scorretti. I primi segnali sono comunque il lamentarsi nei confronti della scuola, non essere più entusiasti a svolgere le normali attività anche quelle sportive, si abbassa il tono dell’umore, aumenta la difficoltà ad addormentarsi e si hanno incubi frequenti. Bisogna imparare a guardare soprattutto gli occhi dei ragazzi, poiché gli occhi non mentono, portarli a parlare a confidarsi ad aprirsi senza riserve, perché spesso provano vergogna, paura o sono intimiditi da ciò che gli è successo.

Che aiuto possono fornire i genitori di chi è vittima di bullismo? In che modo si può chiedere aiuto?

Quando un bambino racconta quello che per lui è un problema dobbiamo ascoltarlo in maniera attiva, cioè non parliamogli, non sminuiamo il loro problema, perché noi dobbiamo guardare il mondo con i loro occhi. Il bambino o il ragazzo è immerso in un mondo che esula da quello familiare. A volte mi è capitato di affrontare anche casi totalmente opposti, ovvero di ragazzi che non parlano degli atti di bullismo subiti perché hanno paura delle reazioni spropositate dei genitori. Bisogna sempre comprendere innanzitutto lo stato d’animo del ragazzo, poi il problema e infine rassicurarlo proponendogli la soluzione migliore magari pianificando una reciproca collaborazione, questo atteggiamento gli insegnerà a capire che nella vita esistono i problemi e che si possono risolvere solo se ne parla tranquillamente soprattutto in famiglia.

Quali sono i fenomeni di bullismo e cyberbullismo più frequenti?

Le più frequenti sono sicuramente le prese in giro per le caratteristiche fisiche o i tratti caratteriali, sono ragazzi presi di mira perché considerati fondamentalmente diversi, chi mette in atto questi atteggiamenti crede di agire nel giusto, crede che una determinata forma fisica sia corretta e giusta o un determinato carattere sia giusto. Molte volte anche tra ragazze, soprattutto nell’adolescenza, ci sono atti di bullismo perpetrati per uno stile di vita diverso, anche soltanto per un hobby che non rientra in quegli schemi sociali adottati dalla maggioranza, se non si rispetta insomma una sorta di omologazione social e sociale tante volte si viene etichettati come diversi ma non in termini positivi.

Vorrebbe dare qualche consiglio su come poter emarginare questo fenomeno? Quali sono i comportamenti da mettere in atto?

Se vogliamo mettere un fermo importante a questo fenomeno dobbiamo lavorare su chi sta intorno a tutto ciò. Se la persona che scrive un commento negativo o scrive su una chat di gruppo una determinata frase atta a ledere la personalità e l’immagine dell’altro, venisse immediatamente bannato, isolato, segnalato nel gruppo in cui pubblica, se chi vede, chi legge, chi condivide bloccasse immediatamente l’azione, noi non saremmo qui a parlare di cyberbullismo. Quello che fa veramente male però è la condivisione, si condivide perché così nessuno è direttamente responsabile di ciò che si divulga, ricordiamo però che chi condivide è colpevole quanto il   cyberbullo. Bisogna lavorare sulla solidarietà soprattutto nel web, perché la rete può uccidere, anche se indirettamente, come è già successo, ma può anche salvare.

Kevin Mirto

Feb 2022

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