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Articoli | Storico

Caos sul caro carburante: un peso per l’economia e per i cittadini

Martina Donini

Non accenna a fermarsi l’impennata del petrolio, e di conseguenza, non si fermano nemmeno i prezzi sulla benzina. Negli ultimi anni, il caro carburante è diventato un problema sempre più pressante per l’economia e per i cittadini, mettendo a dura prova il bilancio delle famiglie e delle imprese. Le ragioni di questo aumento sono molteplici e complesse. Una fra le più importanti è di certo il costo del petrolio, che rappresenta ovviamente  la materia prima per la produzione dei carburanti. Dal punto di vista economico, l’aumento dei prezzi dei carburanti può di certo influire sui costi di produzione delle imprese, che si riflettono in un secondo momento, sui prezzi dei beni e dei servizi offerti ai consumatori. Inoltre, quest’ultimi, sono costretti a destinare una parte sempre maggiore del proprio reddito per coprire le spese legate al trasporto. Per cercare di fare chiarezza sulla situazione attuale, recentemente è intervenuto il   ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il quale, ha definito che Il prezzo medio a oggi è di 1,91 euro per la benzina e 1,76 euro per il diesel, dichiarando inoltre che il problema non è il picco, ma la rapida e costante salita dei prezzi. Il ministro ha inoltre annunciato che, da martedì 1 agosto i benzinai saranno obbligati a esporre il prezzo medio dei carburanti su cartelli posizionati accanto al prezzo di vendita, sulla base della regola annunciata e messa in atto lo scorso gennaio da un decreto-legge del governo per contrastare le speculazioni Ma in linea generale,  quali potrebbero essere le misure di prevenzione? Una delle prime azioni da intraprendere sicuramente, è quella di incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto più efficienti e meno inquinanti. I veicoli elettrici, ad esempio, rappresentano una soluzione promettente per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e abbattere le emissioni di gas serra. Per favorire la diffusione di questi veicoli, è però necessario investire nella creazione di una rete di ricarica capillare e promuovere politiche di incentivi all’acquisto, promuovendo anche l’efficienza energetica nel settore dei trasporti. L’alternativa altrimenti, graverebbe in maniera drastica sulle tasche degli automobilisti; si è stimato infatti che, un aggravio annuo per ciascun automobilista che effettua un rifornimento di 2 pieni al mese, vedrebbe un +84 euro nel caso della benzina ma non solo, a questo inoltre, vanno aggiunte le gravi ricadute indirette che gli aumenti dei carburanti determinano sull’andamento dei prezzi dei beni, come quello dei trasportati per oltre l’86% su gomma.

Ago 2023

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